mercoledì 13 marzo 2013

CENTRO ESTETICO MATI'

La realizzazione di un centro estetico con un budget di 45.000€ comprensivi degli arredi e macchinari da lavoro è stata una sfida molto interessante da affrontare. Trasforamre una cantina in un negozio caldo e accogliente è stato lo scopo che ci siamo prefissati di raggiungere

FOTO DELLO STATO ATTUALE




Dai dialoghio intercorsi con la committenza siamo arrivati ad una soluzione che potesse soddisfare tutte le esigenze, sia estetiche che economiche:






Il progetto prevede la realizzazione di una hall, di 3 sale estetiche, di 1 sala relax, di 1 ripostiglio e di un servizio igenico. Tutte le tramezzature sono state realizzate in cartongesso, nei quali sono stati fatti passare tutte gli impianti sia elettrico che idrico. E' stato installata una pompa id calore Aria-Aria al fine di avere il giusto confort climatico sia in estate ed in inverno ed inoltre sono stati cambiati tutti gli infissi esterni in quanto quelli esistenti erano fatiscenti. Il risultato finale è stato apprezzato dalla commitenza che è riuscita a rientrare nel budget prefissato sena avere inconveniente in fase esecutiva

















martedì 6 marzo 2012

ARCHITETTURA E LUCE

L’architettura esiste perché c’è la luce. Per vederla, viverla, goderne. Il rapporto tra luce e architettura non è quindi riconducibile soltanto a un buon orientamento del fabbricato e a un adeguato dimensionamento e disposizione delle finestre, ma è un problema molto complesso, di cui si è tentata persino una schematizzazione in cinque punti: l’illuminazione naturale, la luce trasformata e condotta agli spazi interni, l’illuminazione artificiale e l’arte delle luci, lo splendore, la lucentezza, il riverbero e, infine, il colore. Tuttavia, l‘interazione tra luce e architettura si può leggere anche in un altro modo, più emozionale, forse, ma altrettanto significativo: appropriazione della natura, raggiungimento del cielo, cattura di significati trascendentali e così via. Perché la luce ha sollecitato considerazioni metafisiche, filosofiche e scientifiche ed è quindi espressione della diversità tra culture e periodi storici.
La luce si può considerare un materiale da costruzione con un’insostituibile funzione compositiva, perché a caratterizzare gli spazi non sono solo e soprattutto la forma e il colore delle pareti che li racchiudono, ma la luce che vi penetra, il modo in cui si diffonde, il rapporto che, grazie a questa, si viene a creare con l’esterno. «L’architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi assemblati nella luce», ha scritto Le Corbusier.
Luce vuole dire anche trasparenza che, con l’uso sempre più diffuso ed esteso del vetro, assume dalla seconda metà dell’Ottocento - è del 1851 il Crystal Palace di Joseph Paxton, considerato l’archetipo di tutta la successiva architettura in ferro e vetro - un ruolo determinante sia nello spazio interno che nel rapporto tra edificio ed esterno, tra materia e infinito. L’architetto neoespressionista Gottfried Böhm rimase affascinato dalla vivacità della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, caratterizzata dai caffè pieni di gente e dalle vetrine abbaglianti, ma soprattutto dalla luce, che taglia l’atmosfera intima e civettuola, dinamizzando gli spazi, e prorompe intatta dall’alto, direttamente dall’origine. Lo storico dell’arte Hans Sedlmayer, parlando della Galérie des Machines, progettata da F.Dutert e H.L.Contamin per l’Expo di Parigi del 1889, ne ha elogiato l’insolita luminosità: «Una tale profusione di luce profana - ha detto - è quasi una consacrazione religiosa. Chi non sapesse a quale scopo questo ambiente è destinato, potrebbe forse pensare a una chiesa in cui si pratica il culto della luce».
Il vetro - e con esso la luce - è diventato nel tempo protagonista di molte esperienze architettoniche, trasformando facciate e valorizzando interni: dai progetti per i grattacieli in vetro di Mies van der Rohe ai lucernari realizzati da Peter Behrens nel palazzo per uffici Hoechst a Francoforte e da Frank Lloyd Wright nel Guggenheim Museum a New York; dalla monumentale parete concava del fronte est della sede del Partito comunista francese a Parigi di Oscar Niemeyer (che aveva sperimentato ben altri significati della luce nella cattedrale di Brasilia), alla casa Spiller di Frank Owen Gehry - in cui la luce del sole, che piove dall’alto e lateralmente, gioca con le strutture in legno e ferro creando intrecci e arabeschi sempre diversi - alle innumerevoli coperture trasparenti, utilizzate per ottenere luoghi di vita associata piacevoli e funzionali.
Suggestioni e rimandi culturali e simbolici sono nel Centro culturale del mondo arabo a Parigi di Jean Nouvel: la parete sud, orientata verso la Mecca, è costituita da un reticolo di quadrati - ciascuno con alcune decine di aperture a diaframma di varie dimensioni, disposte attorno a una centrale più grande, che attraverso un sistema di fotocellule possono dosare automaticamente l’ingresso della luce diurna - che disegna un motivo ispirato ai grafismi della cultura islamica, esaltato di notte dalla luce artificiale. Anche Le Corbusier sfruttò nella cappella di Ronchamp la parete sud, che riceve la maggiore insolazione, per praticare aperture profonde, tronco-piramidali, con vetri da lui disegnati che, oltre a concorrere alla composizione generale dell’edificio, alternassero all’interno della chiesa, con il variare della luce, giochi cromatici. Ma il vetro, grazie alla luminosità che lascia filtrare e che induce a pensieri spirituali, suggerì a Bruno Taut ben altra tematica. Cioè l’idea dell’Alpine Architektur, un’utopia rilucente di cristalli, metafora di un mondo privo di armamenti e guerre. Una favola ancora attuale.
 Grattacieli in vetro di Mies van der Rohe
Casa Spiller di Frank Owen Gehry

giovedì 19 gennaio 2012

RIORGANIZZAZIONE DI UNA MANSARDA Parte 3

Allo stato odierno dei lavori sono state effettuate le seguenti fasi lavorative:

  • Apertura del tetto per realizzare lo spazio per la velux. E'stato prima puntellato il soffitto, demolito, e realizzato un cordolo in cemento armato per garantire la corretta staticità del tetto. 
  • Sono in fase di esecuzione gli impianti termici, idraulici ed elettrci.
  • Predisposizione dei punti luce
  • Sono state rasate tutte le pareti


























Vi aggiorneremo sulle successive fasi lavorative

mercoledì 18 gennaio 2012

RIORGANIZZAZIONE DI UNA MANSARDA Parte 2

RIORGANIZZAZIONE DI UNA MANSARDA Parte 2









In questi giorni è partito il cantiere della ristrutturazione della mansarda che vi avevamo proposto poco tempo fà. Vi mostriamo alcune immagini che mettono in evidenza le fasi di lavoro:dal posizionamento dei mezzi per carico e scarico dei materiali, allo smantellamento del camino, la costruzione dei muri divisori con annesse porte scorrevoli ed infine l'ampliamento dell'ingresso.Nelle prossime settimane vi terremo aggiornati sulle fasi evolutive dei lavori.

lunedì 24 ottobre 2011

RIORGANIZZAZIONE DI UNA MANSARDA Parte 1

DATA: 24/10/2011
Il committente ci ha chiesto una ristrutturazione della propria mansarda con un budget limitato e per far cio' abbiamo cercato di intervenire il meno possibile sulle strutture preesistenti in modo da limitare le spese prettamente legate alla parte edile.
Lo stato attuale della mansarde è il seguente:






Il nostro compito è rendere vivibile l'ambiente in primis riuscendo a sanare una situazione termica interna veramente soffocante d'estate e gelida d'inverno, dovuta alla mancanza dell'isolamento termico del tetto. L'appartamento deve rispettare requisiti di illuminazione e areazione adesso inesistenti e quindi ricreare quel microclima interno atto a rendere l'ambiemte gradevole.

giovedì 20 ottobre 2011

COME SCEGLIERE IL GIUSTO PARQUET PER I PROPRI AMBIENTI

Per prima cosa ricordiamoci che il parquet è un pavimento in legno utilizzato da secoli per arredare e rendere più confortevoli gli ambienti delle abitazioni soprattutto perché, provenendo dalla lavorazione di essenze disponibili in natura, ogni parquet è unico e irripetibile; inoltre, per poter essere definito parquet, un pavimento in legno deve avere uno strato di usura (quello superiore dove si cammina) di almeno 2,5 mm di spessore, come definito dalla normativa europea UNI EN 13756-2004 che regola la materia.
Un bel pavimento in parquet è sicuramente una soluzione elegante e raffinata che sicuramente nel tempo verrà da voi sempre più apprezzata. Nella scelta del legno da utilizzare però bisogna tener conto di innumerevoli fattori quali il proprio gusto estetico, il costo e le caratteristiche dell’ambiente nel quale intendete inserirlo.
Ecco un elenco dei principali tipi di legno utilizzati come pavimentazione:
 

  • Ciliegio: è un legno dal colore chiaro con venature moltoeleganti. E’ caratterizzato da una durezza media e di conseguenzanon è adatto ad essere posizionato in ambienti di intenso passaggio
  • Faggio: anche questo legno ha una tonalità chiara e una durezza media di conseguenza come il ciliegio non è adatto ad ambienti molto calpestati. 
  • Rovere: essenza molto pregiata dalla tonalità giallo miele; ha un’ottima resistenza ed è adattissimo ad essere calpestato. 
  • Wengè: essenza dall’intensa colorazione scura, è un legno molto duro e resistente. Attenzione al suo impiego: non utilizzatelo mai  in ambienti piccoli e poco luminosi.

Ecco un elenco delle principali composizioni come pavimentazione:
  • COMMERCIALE o FIAMMATA: è la scelta più venduta in assoluto, è caratterizzata da una fibra dritta o fiammata stretta (venature del legno che formano V o onde molto ravvicinate tra loro), con una percentuale del 7% di nodini di piccole dimensioni.
  • NATURE:  simile alla qualità Commerciale, il colore però è meno selezionato, pertanto i pezzi possono presentare differenze di tonalità anche notevoli tra di loro.
  • COUNTRY o RUSTICA: è la scelta in cui sono presenti sia nodi che alburno (la parte più giovane del legno, sempre molto chiara) in quantità variabile a seconda della specie legnosa. Queste caratteristiche visive molto marcate conferiscono al legno un aspetto “d’altri tempi”, sono quindi indicate per arredamenti rustici o in arte povera, studi professionali e locali commerciali, ecc.
  • PARQUET TRADIZIONALE: è formato integralmente da legno ed è venduto grezzo, ossia da levigare e lucidare dopo la posa e assolutamente prima di essere calpestato.Proprio a causa dei costi e dei lunghi tempi necessari per posa, levigatura e verniciatura che obbligano ad attendere anche fino a quaranta giorni prima di utilizzare il pavimento, questa tipologia di parquet sta progressivamente riducendo la sua diffusione
  • PARQUET PREFINITO MULTISTRATO: il prefinito multistrato rappresenta oggi la più diffusa ed importante tipologia di pavimenti in legno. Come dice il nome, il prefinito multistrato è costituito da più strati, anche di legno diverso, dove lo strato superficiale in legno pregiato (essenza) deve essere di almeno 2,5 mm di spessore, e viene levigato e verniciato in fase di produzione.Gli strati possono essere due, se oltre all’essenza è presente il solo supporto in legno meno pregiato che integra il sistema di fissaggio delle aste, oppure tre se esiste anche il controbilanciamento, il cui scopo è quello di assicurare una migliore stabilità evitando le deformazioni dovute al passare del tempo.Le giunture sono calibrate per garantire complanarità tra i vari listoni di parquet con incastri che rendono il supporto perfetto per la posa in opera.Il successo di questo tipo di parquet deriva principalmente dal fatto che essendo pre-levigato e verniciato in fase di produzione non necessita di lavorazioni successiva alla posa, può essere quindi messo in opera rapidamente ed è calpestabile in 24 ore dalla posa. Inoltre grazie alla verniciatura industriale è possibile dare fino a 6/7 mani di vernice, assicurando maggiore resistenza e durata nel tempo. Fattore da non trascurare è anche la facilità di posa (potete farlo da soli!!) che ne riduce sensibilmente i costi.
  • PARQUET PREFINITO MASSELLO: Un buon compromesso tra parquet tradizionale e parquet prefinito multistrato è rappresentato dal parquet prefinito massello che sta riportando un successo crescente negli ultimi tempi. In questo caso il legno massello viene levigato e verniciato in fabbrica. Ha il fascino del legno massello, ma presenta alcuni dei vantaggi del prefinito: qualità delle vernici, tempi di posa abbastanza brevi, costi di posa più bassi del tradizionale.


Gli amanti del fai da tedevono sapere che esistono tre metodi di posa del parquet:

Metodo incollato: i listoni di parquet sono incollati al piano di posa. Ciò significa che il piano di posa dovrà essere prima preparato in modo perfetto: dovrà avere uno spessore uniforme, essere perfettamente liscio e pulito, e soprattutto essere libero da umidità. Quanto incollerete i listoni al piano fate attenzione a non incollare gli uni agli altri attraverso i fianchi perché altrimenti impedirete al pavimento di assestarsi in modo naturale e rischiate di rovinare il vostro lavoro.
Esistono vari tipi di colla a seconda della tipologia di piano di posa; vi consiglio di rivolgervi ad un bravo rivenditori per trovare il collante che fa al caso vostro.


La chiodatura: si usa con i listoni di legno massiccio oppure a quelli multistrato. Il legno viene inchiodato utilizzando delle vite o dei chiodi inseriti a 45°. E’ un metodo un po’ complesso quindi se optate per questo vi suggerisco di non farlo fai da te ma di consultare un bravo posatore.

Metodo Flottante. E’ forse il metodo più “naturale”. Prima di tutto dovete preparare il piano di posa coprendolo con uno strato di isolamento acustico come ad esempio un pannello di sughero. Ricordate quando poserete i listoni di lasciare almeno 1 cm di spazio libero lungo il perimetro per permettere al pavimento di assestarsi al meglio. Infine dovrete semplicemente incastrare i listoni tra di loro prima di posarli nel piano di posa.
Al giorno d’oggi si stanno preferendo i grandi listelli, di materiale chiaro: il rovere è quello più richiesto. Vi è un grande ritorno alle tinte chiare, ai grigi e ai fumè.Si prediligono tinte naturali e che diano luminosità agli ambienti.

Lo spessore del legno che costituisce il vostro parquet è da osservare con attenzione. Una delle cose più importanti da valutare nello scegliere un pavimento in legno è proprio lo spessore totale del parquet da utilizzare.

Accostamento con le piastrelle.


Generalmente se il parquet va accostato alle piastrelle (per esempio quelle del bagno o della cucina) dal momento che queste hanno uno spessore, nella maggior parte dei casi, di 10 millimetri, lo spessore del parquet da impiegare dovrà essere di 10 mm anch’esso. Naturalmente è possibile usare parquet di spessore maggiore anche in queste situazioni ma poi sarà necessario usare un "giunto di discesa" tra le stanze col parquet e quelle con le piastrelle.  Tutto ciò in caso di ristrutturazione e dove esistano già delle piastrelle che non si intende togliere (per esempio nel bagno o nella cucina). Nel caso in cui, invece, si tratti di abitazioni nuove o dove comunque venga rifatto il massetto il problema dello spessore non sussiste.

L'importante è comunicare in tempo all'esecutore dei massetti lo spessore del pavimento. Un'alternativa ai listoncini da 10 mm della linea può essere costituita dalle tavole divise a listoni che hanno uno spessore di 13 - 14 mm.
Per le ambientazioni di più grande prestigio o che non confinano con piastrelle potrete invece usare anche parquet con spessore maggiore (fino a 15 mm)
Se gli ambienti non sono di grandi dimensioni (ad es. appartamenti di 40/60 mq. nei quali le stanze non superano generalmente i 18/20 mq.) si possono utilizzare i listoncini con il risultato di avere un pavimento diviso in listoncini o listoni di dimensioni relativamente piccole ma con un risultato molto gradevole dal punto di vista estetico
Poiché infatti la superficie in cui si vede il parquet non sarà certo molta (visto che letto, armadi, tappeti, ecc. ne coprono generalmente una buona parte) utilizzare tavole di grandi dimensioni non sarebbe né conveniente (visto che più aumentano le dimensioni dei listoni più aumenta il prezzo) né migliore esteticamente visto che si vedrebbero solo porzioni di tavola o listone.
La finitura superficiale del parquet è importante. Sia la finitura ad olio che quella a vernice hanno pregi e svantaggi da tenere nella dovuta considerazione.

  • LISTELLO: 70x500 mm;
  • LISTONE: 90x700/1000 mm;
  • PLANCIA: 120x1000/1400 mm;
  • MAXIPLANCIA: 140/190x1800/2200 mm.
Vantaggi e svantaggi del parquet con finitura a vernice

Vantaggi della vernice: si pulisce semplicemente con acqua e sapone, non si vedono impronte di scarpe, se cadono gocce di acqua, sugo o altro non restano né macchie né aloni. E’ molto indicata per bagni e cucine.
Svantaggi: gli strisci, provocati ad esempio dallo spostamento di mobili senza feltrini sulle gambe, restano visibili a meno ché si proceda ad una nuova levigatura.Parquet con finitura a vernice
Vantaggi e svantaggi del Parquet con finitura ad olio:

Vantaggi dell’olio: lascia la superficie del legno naturale (a poro aperto) rendendo l’aspetto del parquet molto “caldo” e “vivo”. Se il parquet viene strisciato si può sempre procedere anche localmente alla stesura dell’olio di ripristino facendo quasi sparire lo striscio.

Svantaggi: Nelle cucine eventuali macchie di olio o sugo possono lasciare un lieve alone e altrettanto succede per le gocce d’acqua soprattutto nei bagni. Tali aloni sono comunque sempre ripristinabili tramite la stesura dell’olio sugli aloni. Si consiglia di ridare l’olio almeno una volta ogni anno e mezzo in modo da ottenere un effetto del pavimento sempre vivo e bello.
Il parquet con finitura a “vernice effetto olio”
Per chi intende avere un parquet con l’aspetto di un oliato e i vantaggi della vernice è comunque possibile effettuare una verniciatura effetto olio. In tal caso l’aspetto estetico del parquet è quello di un pavimento oliato ma con il vantaggio di una facile pulizia e la possibilità di posarlo anche in bagni e cucine senza nessun problema.
La scelta tra parquet oliato e verniciato è ovviamente legata al gusto personale ed alle esigenze del cliente, noi consigliamo comunque il pavimento oliato solo nei formati maxi listone e nelle maxi tavole ove l’aspetto “grezzo” e “naturale” è messo maggiormente in risalto e dove si possono apprezzare le venature del legno su tutta la tavola.
Generalmente per i formati listoncini e listoni si consiglia una finitura a vernice perché di facile manutenzione e pulizia piuttosto che finiture spazzolate e/o oliate che non mettono comunque in evidenza la venatura del legno a causa delle relativamente piccole dimensioni di listoncini e listoni. Nelle tavole di dimensioni superiori come quelle di Rovere invece sono possibili e anche consigliabili, finiture a olio naturale o sbiancate anticate o ancora finiture a vernice effetto olio capaci di mettere in evidenza la venatura del legno tramite spazzolatura.